il valore di una Presunzione è proporzionale alla qualità della strumentazione posta in gioco nel partecipare alla realizzazione di un evento che rimarrà eventualmente ignoto per l’esperienza; più l’oggetto funzionerà quando alcune condizioni (e non altre) si verificheranno, più si ridurrà l’errore nel risalire al fatto ignoto ormai passato a conferma di un evento immaginario comunque divenuto oggetto di previsione.
Ciò premesso, diventa accessibile comprendere come si sia distanti anni luce da quel concetto immaturo di induzione-deduzione/presunzione attualmente creduto, di attuale mentalità comune. Quanto detto, per quanto possa apparire di forte intuitività per tutti, non è ovvio come emerge da diversi fatti concludenti; in primis, l’idea che un indizio possa fare da incipit a confabulazioni di più disparato tipo. Per noi, insomma, non è più chiaro che esistono presunzioni fallaci & presunzioni virtuose e che tale discrimine è da rinvenirsi di volta in volta in un evento immaginario divenuto oggetto di previsione; cioè per noi è venuto meno il momento dell’escogitazione e lavoriamo pigramente di fantasia su una quantità immensa di altamente probabili usando la parola “probabilità” in maniera irriflessiva collegandola, ogni tanto e superficialmente, a qualche dato di natura statistica riferendoci a un creduto calcolo delle probabilità che è teoria cavillosa creata per truffe di più opportuno & disparato tipo soprattutto nel mondo dei giochi c.d. d’Azzardo. Detto ciò, diventa chiaro che, in un’ottica presuntiva, un indizio grave, preciso e concordante altro non è che quell’oggettistica opportunamente escogitata per funzionare quando si realizzano delle condizioni e che scatta quando si verifica l’evento presunto ma che rimane ignoto perché non si era presenti quando l’evento presunto è accaduto, tutto il resto (le altre tracce/indizi) non può che essere – di volta in volta – fuorviante.
Da che mondo è mondo, infatti, gli indizi gravi, precisi e concordanti servono in settori quali l’agricoltura, l’allevamento ma anche in altri, quali la metallurgia, etc., in molti casi si ha davvero fame di indizi gravi, precisi e concordanti e non arrivano da soli per mano della semplice Natura che li offre. Vanno, pertanto, create “a tavolino”, vanno escogitate delle opportune oggettistiche di c.d. Rilievo che forniranno – di volta in volta – a posteriori l’indizio grave, preciso e concordante perché la Natura, sovente, inganna il fiuto, l’intuito. Infatti, le rilevanze che offre la Natura su un evento passato che è rimasto ignoto, solitamente fregano l’umana coscienza, possono essere fraintese, pertanto, si escogita qualcosa che potrà fornire un indizio meno equivoco, più preciso & concordante con l’episodio immaginato; assurdamente semplice. Ciò premesso, stesso discorso vale anche per il Diritto; l’indizio grave, preciso & concordante deve cadere pressoché su un’oggettistica d’artificio umano e non su un elemento offerto dal caso, dalla Natura di per sé perché, altrimenti, si indirizza la mente sulla strada di tutti gli innumerevoli altamente probabili naturali/umani e non se ne esce più vivi da una confabulazione del genere che potrebbe ad un certo punto stufare la mente in quanto troppo improduttiva. La mente, infatti, percepisce un problema laddove riscontra o nessuna possibilità [=nessun probabile] o troppe possibilità [=troppi probabili], gli indizi, per l’effetto, divengono un problema laddove portano a troppi altamente probabili; certe considerazioni diventano ovvie solo quando si arriva a dover lottare per la sopravvivenza. Per sopravvivere, in Natura, spesso è necessario ottenere degli indizi inequivoci, gravi, precisi e concordanti quindi, si artificia con ingegno un luogo per poi trarre le dovute conclusioni. Ciò premesso, entra in gioco la filosofia di BATMAN; quando mi concentro sulla ricerca di indizi, la prima considerazione ingenua a cui devo badare e che non devo “subire” la scena, ma devo diventarne “partecipe”, attivandomi inserendo nel luogo, in cui in un secondo momento non sarò là, qualcosa di mio messo apposta. Ecco che allora Batman si fionda di notte a scalare grattacieli & palazzi a forzare virtuosamente porte e vetrate per intrufolarsi nei posti che gli interessa indiziare per piazzare cimici, telecamere nascoste nei casi più banali, nei casi più molesti spettrografi ad ultravioletti, sensori ad ultrasuoni, leve a chiavistello iper sensibili, esche favoreggiatrici, laser invisibili a primo pelo e tutte le altre diavolerie di cui è padrone; più l’oggettistica di rilievo è di qualità, più l’oggettistica di rilievo è vestita addosso all’ente che si vuole indiziare di cui si vuole risalire a posteriori alle attività, più sarà agevole la ricostruzione di un fatto ignoto grazie all’aiuto di indizi gravi, precisi e concordanti
In questi giochi indiziari viene messo alla prova un concetto filosofico quale quello della c.d. Sensibilità. Sensibilità [vc. dotta, dal lat. tardo sensibilitate(m), da sensibilis ‘sensibile’]: “Facoltà di ricevere impressioni mediante i sensi.” – Lo Zingarelli 1995 – VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA. L’ingenuità subito non manifesta e che si è sensibili tendenzialmente quando semplicemente le cose si vivono; vivendo, respirando un evento se ne diventa partecipi, i sensi raccolgono nella memoria quello che si vive ----- nasce la c.d. Impressione. La nostra umana normale sensibilità, per l’effetto, sia nel presente, sia in futuro presunto, inevitabilmente è confinata a cinque tipi di percezioni; VISTA, UDITO, OLFATTO, GUSTO & TATTO. Nel caso di un ente animato come un umano, l’impressione riesce perché esiste un innato meccanismo mnemonico, quindi, è per questo ingenuo meccanismo naturale che noi riusciamo a diventare anche, a volte, dei testimoni, dei mezzi di prova (come una fotocamera), perché abbiamo stampato, impresso nella testa qualche intervallo storico del Meta Hodos. Può essere un problema a volte “rievocare” l’evento che si cerca nella testa di qualcuno, ma la memoria umana è perfetta, registra tutto quello che si è vissuto da quando si è nati come in un film che si esaurisce mai. Detto questo, chiaro diventa, che il fenomeno delle impressioni per l’uomo è legato a un qualcosa di meno meccanicistico rispetto ad un ente inanimato, cioè non si può davvero cogliere la meccanica che vi è dietro al meccanismo delle impressioni umane perché sarebbe tutto in fondo legato a un qualcosa che sfonda nel campo dello psichismo, della psicologia e para-psicologia, dell’animistica, dell’anima, del divino che c’è in ognuno di noi. Detto ciò, diventa assurdamente semplice una prima soluzione per presumere un evento di cui non si sarà partecipi e a cui si vuole risalire in un secondo momento; mettere una sentinella, una spia, un qualcuno che si camuffa, che si intrufola, che gioca a socializzare con un gruppo per dovrà, in un secondo momento, fare rapporto di tutto quello che è successo ed è rimasto ignoto a chi vuole risalire, a chi vuole operare la presunzione, insomma, il fenomeno del c.d. Infiltrato. Quando si vuole compiere, invece, l’azzardo di affidarsi agli enti inanimati entra in gioco la meccanica e quindi la c.d. Tecnologia. A questo punto allora entra in gioco la filosofia della Strumentalità; bisogna quindi focalizzare l’attenzione, di volta in volta, sul verbo ambito e capire a che punto non saremo più in grado di ottenere quello che vogliamo con una nostra naturale attività del corpo o dell’immaginazione. Come si inventano gli strumenti di BATMAN? == si inventano quando diventa ovvio il non ovvio principio di c.d. Strumentalità. Tecnologia [gr. Technologia ‘discorso (logos) sistematico su un’arte (techne)]: “Studio della tecnica e della sua applicazione.” – Lo Zingarelli 1995 – VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA. All’origine, la tecnologia era più che altro un discorso su una tecnica, su un’arte. Come si accennava nella nota 57 riguardo ai c.d. Metodi & nella nota 88 riguardo alle c.d. Soluzioni, & nella nota 96 riguardo alle c.d. Funzioni, normalmente, non si bada all’estetica di un verbo e questo succede quando ad una soddisfazione ci possiamo arrivare usando anche mille tecniche [ad es.: prendere un bicchiere], quindi non “maturiamo” ancora il senso della soluzione laddove è possibile arrivare ad uno stesso risultato, passando per più vie, applicando la tecnica di volta in volta o più comoda o meno comoda. Quando, invece, indoviniamo qualche tecnica esclusiva maturiamo il senso della soluzione; indoviniamo una tecnica solutoria. Cosa può succedere allora? Che quando ci ri-troviamo di fronte allo stesso problema ri-solviamo applicando la stessa tecnica indovinata già una volta [ad es.: un laccio da marinaio, i nodi marinai]. Un discorso sulla tecnica [un tecnologos] altro non è un che un discorso su un avanzamento, sul raffinamento di un metodo, un’attenzione volta ad inserire, di volta in volta, degli strumenti. Insomma, l’ingenuità subito non manifesta e che quando ci si cimenta in una tecno-logica, in primis, si pensa alla tecnica solutoria indovinata svolta secondo natura (azione/immaginazione), in secundis, si pensa a raffinarla con l’ingenuo uso di qualche strumento, uscendo progressivamente dal mondo della naturalità dell’attività umana [snaturazione] entrando nel mondo dell’artificialità dell’attività meccanica [macchinazione] in un’ottica utilitaristica. Oggi si percepisce solo il secondo passaggio; l’utilizzo degli strumenti, che a livello cinematografico è stato a volte enfatizzato fino all’estremo [Ispettore Gadget/Batman, etc.]. Tuttavia, un tecno-discorso prescinde mai dal contributo umano; cioè la tecno-logica è una filosofia d’estensione dell’attività umana per via di strumenti e quindi una progressiva “snaturazione” dell’attività umana nell’attività di un meccano [meccanismo]. Ciò premesso, QUANDO SI GIOCA CON LE PRESUNZIONI, non bisogna perdere di vista che si cercheranno sempre & solo & comunque dei c.d. Sostituti; IL VERBO DA PRENDERE DI MIRA, quindi, È IL VERBO “sostituire”. Il problema ingenuo dell’Arte della Presunzione, in fondo, è quello di non esser presenti quando qualcosa accade e che quindi ci debba comunque essere qualcuno o qualcosa [un sostituto] che sia là al nostro posto quando noi non ci siamo, a raccontarci, in un secondo momento, cosa è successo. Ciò premesso, tutte le risorse mentali nel cimentarsi con la tecno-logica, almeno per quanto riguarda le presunzioni, saranno rivolte al verbo sostituire. Non sempre abbiamo, infatti, qualcuno da pagare che faccia la guardia al recinto delle nostre cavalle, non sempre abbiamo il cane pastore che ci sostituisce a controllare le pecore, quindi, sovente l’uomo ha dovuto arrangiarsi inventandosi dei sostituti; l’esempio par exellence più lampante rimarrà per sempre nella storia dell’’Umanità il c.d. Spaventapasseri. Sostituire o sustituire [vc. dotta, dal lat. sub-stituere ‘porre sotto, dietro’, comp. di sub ‘sotto’ e statuere ‘stabilire’, con cambio di coniug.]: “Mettere una persona o una cosa al posto di un’altra. Prendere il posto di un’altra persona o di un’altra cosa.” – Lo Zingarelli 1995 – VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA. Tutto ciò premesso, si può cogliere un concetto fortemente sfuggente legato al fenomeno della sensibilità e del perché essa c’entra con la presunzione. Quando si entra in un’ottica presuntiva, il ruolo di sostituzione è per lo più il ruolo di un qualcuno che non semplicemente assiste, ma che vive un episodio sostituendosi al posto nostro con il valore aggiunto dell’identificazione; ciò premesso, la nota ingenua della filosofia della sensibilità è proprio nel concetto di osservazione; la sensibilità di un sostituto deve, di volta in volta, ricadere su dei CANONI ESTETICI. Perché estetici? Perché la sensibilità soggiace al principio della c.d. Apparenza. Se noi fossimo al posto del sostituto subiremmo lo stesso principio di apparenza. Detto questo, diventa ovvio che nel mondo delle – “sostituzioni per presumere” – si entra nello Stato di Kalokagathia [da kalòs kai agathòs], si entra nel campo della Bellezza, che segue il principio di c.d. Discriminazione, il principio del più forte ad Esibire, si entra nel mondo dei Pavoni e del pavoneggiamento, si sconfina nel campo dell’esibizione di qualità, etc. Di conseguenza, si tratta di sensibilizzare sé stessi e poi l’eventuale sostituto – di volta in volta – sul bello preso come punto di riferimento cercando quindi di notarne la unicità [veriformità]. Ognuno di noi è vero e in quanto tale è unico, detto ciò un’oggettistica di rilievo in sostituzione di un ente animato [sentinella, guardia, infiltrato, etc.] non dovrà far altro che notare delle esibizioni, operare quindi delle discriminazioni seguendo il principio del mi piace non mi piace, del mi eccita e non mi eccita, del mi emoziona e non mi emoziona. Da un punto di vista filosofico, vi è comunque una fallibilità intrinseca nel passaggio della sostituzione di un ente inanimato al posto nostro perché si soggiace al principio dell’Apparire e non dell’Essere; un ente animato per esperienza nel cogliere una comunanza di requisiti estetici si accorge di un tentato inganno mentre un ente inanimato invece verrebbe comunque ingannato; chiaro che riuscirebbe a fare ciò più che altro l’autore dell’oggettistica di rilievo [chi sa ingannare un sistema di allarme è sempre il costruttore]; conosce i canoni per cui il meccanismo scatta e-mozionandosi. Come si accennava parlando delle cause, la c.d. Causa altro non è che una sub categoria della macrocategoria delle c.d. Relazioni. Detto questo, chiaro diventa, che il fenomeno delle emozioni per l’uomo è legato a un qualcosa di meno meccanicistico rispetto ad un ente inanimato, cioè non si può davvero cogliere la meccanica che vi è dietro al meccanismo dell’emozionarsi di fronte ad una Bellezza perché sarebbe tutto in fondo legato a un qualcosa che sfonda nel campo dello psichismo, della psicologia e para-psicologia, dell’animistica, dell’anima, del divino che c’è in ognuno di noi. Con gli enti inanimati è più semplice un ragionamento e-motivo, si fanno le prove, si vede quale ente posto in relazione con altra cosa genera, di volta in volta, un effetto [relazione interessante], se quell’ente posto in un determinato ambiente subisce un’influenza o meno da ciò, da lì, si fa una tara della sensibilità dello strumento. Infatti, più è sensibile l’oggettistica di rilievo a elette condizioni, più è affidabile perché meno si fa ingannare. Un’oggettistica di rilievo dovrebbe, insomma, per metafora, svolgere il ruolo di una femmina di leone marino che è in grado di riconoscere, discriminare e identificare emozionandosi, tra mille animali, un leone marino maschio [ad es.: ho necessità di scandagliare il fondale marino per cogliere delle cose che per me laggiù sono ignote tipo se l’acqua a quella profondità presenta tutta una serie di proprietà o se gironzolano animaletti indesiderati, procedo con il gioco delle emozioni (reagenti e reattori) etc., poi tirò su la corda con l’artificio, con l’esca agganciata, etc. & PRESUMO].
Come accennato in merito al fenomeno della c.d. Presunzione, l’ingenuità subito non manifesta e che sovente l’evento presunto (a volte) rimane ignoto per l’Esperienza ma non per l’Immaginazione; le presunzioni operano con gli indizi e diventano virtuose quando gli indizi sono gravi, precisi & concordanti. Sempre come già si accennava, tuttavia, è più importante il Movente dell’indizio. Quando un fenomeno capita tutto è mezzo di prova, in quanto o facendo od omettendo tutto ha contribuito a generare quello che si è generato, tutto ha dato il suo contributo, ovvero mezzo di prova è tutto quello che in qualche maniera anche ridicola ha partecipato all’evento, quando l’evento è scaturito. Come suggerito, un fenomeno è un accordo tra diversi elementi della Natura; l’avvenimento è sempre sotto i miei occhi nella sua completezza & perfezione ogni volta che gli ci dedico cinque minuti [ad es.: guardare un acquario]. Si gioca di volta in volta ad immaginarsi qualcosa che c’è stato ma non si è visto per via di colti mutamenti nell’accordo della Natura. Sono io umano, che dico, che quel dinosauro nella sua struttura è un fenomeno a sé, è fenomenale, perché focalizzo, con il mio “zoom mentale” scotomizzo il resto che lo circonda giocando a dividere il fenomeno – nello spazio – in tanti fenomenini e prendo in considerazione solo il mio dinosauro. Si nota, quindi, di volta in volta, semplicemente un cambio nella stessa (gigantesca) scena (cosmica) e in base alle proprie esperienze soggettive, si prova ad azzardare un’ipotesi fantastica su quello che potrebbe essere successo. Il gioco mentale della deduzione arriva in un secondo momento, in cui l’ipotesi viene dichiarata nella “È”, attraverso il gioco delle inferenze della fantasticata verità [ivverità] nelle categorie che devono essere state create prima [vere premesse] perché se non sono presenti prima ma dopo [false premesse] si casca nell’illogicità inferenziale]. Ciò premesso, le “cose che restano” di un fenomeno è semplicemente il fenomeno così come lo si coglie nel suo innato flagrante avvenire [nessuno sa quando è partito il Meta Hodos, chi ha dato il LA, quando è nata la scena cosmica]. Ad esempio se mi metto a fare degli scarabocchi su un foglio inventato da me, se non è una penna di quelle di carnevale con l’inchiostro che scompare, qualcuno potrebbe identificarla come una traccia, come un indizio, cioè come un’impronta di un dinosauro nella savana che in base al numero di piedate si capisce dove è partito e dove è andato a finire nella sua gita. L’atto è limitato al suo effetto, quindi, la mia operazione fantastica di ricostruzione ha dei limiti nel mio convincermi. IN ALTRE PAROLE, SONO APRIORISTICAMENTE NON LIBERO MA SEMPRE VINCOLATO NEI MIEI CONVINCIMENTI FANTASTICI.
Attualmente, c’è grande confusione in merito a cosa sia la Deduzione.
Per Deduzione oggi, infatti, si intende istintivamente la Presunzione, quindi, non è ovvio – per fatti concludenti – il fenomeno del c.d. Sillogismo [induttivo & deduttivo], ma è ovvio neanche il fenomeno della c.d. Presunzione [ad es.: non è ovvia per fatti concludenti la filosofia di Batman]. Ciò si evince anche dai manuali di scuola universitari come riportati in alcune note di tale denuncia.
Le considerazioni esageratamente e-videnti sfuggono all’intelletto; tra le tante, ancora oggi, sfugge anche l’importanza del movente che attualmente è identificato come indizio [(movente) è (indizio)]; per via di questa identità, le due cose vengono considerate un’unità con tutti i deragli che ne conseguono. Rappresenta un altro di quei processi recessi del cervello per cui, nonostante la sua ovvietà, sfugge. Ognuno di noi avrà notato che – ancora oggi – esiste il fenomeno del c.d. Pregiudizio. Ebbene, pochissimi sanno che ha origine da un ancestrale meccanismo legato al rapporto che intercorre tra i Moventi & gli Indizii. Per rendere l’idea si fa qualche esempio. Immaginate di vivere con vostra madre e vostro padre e di conoscere alcune delle abitudini di questi.. notate che, spesso, vostro padre si corica sul vostro letto a farsi i pisolini quando voi non ci siete. La prima cosa istintiva che vi verrà da pensare, un giorno che tornate a casa e vedete una “traccia”, cioè l’impronta lasciata da qualcuno sul vostro letto, penserete immediatamente a vostro padre, cioè avete già fatto economia degli altamente probabili.
Il passaggio da non scontare sarebbe – considerando sterilmente l’indizio – di immaginare tutti gli altri enti che potrebbero, interagendo con gli spazi della vostra stanza, aver generato quell’impressione, quel reperto, quell’indizio, ma non lo fate o meglio il vostro cervello non lo fa. Scatta in Voi, insomma, il recesso pensare per pregiudizi. Come già si accennava, spesso, la Natura lascia indizi fraintendevoli, tuttavia, l’essere umano – per motivi di sopravvivenza – tende sempre ad andare a caccia dell’ivverità, ovvero di quella fantasia che è per lo più ragionata e che si nutre quindi anche di pregiudizi. Per rendere l’idea, si fa un altro esempio. Tornate a casa e vedete in cucina il tavolo apparecchiato; c’è stato un pranzo. Se siete molto curiosi, se ne avete voglia, sareste – per via dell’istintivo pensare in pregiudizio – in grado dagli indizi a risalire all’autore, a colui che potrebbe aver mosso quel tutto [il movente]. Non so vedete un bicchiere vuoto sporco di vino poggiato a sinistra anziché a destra, penserete immediatamente a una persona mancina che conoscete e che potrebbe essere venuto a casa vostra a pranzare con altri quando voi non c’eravate.
La parola “movente” deriva dalla parola “muovere” che ancora oggi viene intesa come il togliere da uno stato di quiete un qualcosa [Lo Zingarelli 1995]. Il discorso si fa interessante quando enti considerati privi d’anima [le cose materiali che non si animano da sole] vestono il ruolo di moventi, ovvero quegli oggetti che solo se posti in determinate relazioni con altri, magari, ne subiscono la posizione e capita qualche “evento”, cioè sono sensibili alla posizione di qualcosa di altro che è nei paraggi [ad es.: le calamite]. Diventa più agevole per un essere cosciente in questi casi, dall’indizio, risalire a una virtuosa ivverità; se è capitato qualcosa, il mio pregiudizio andrà a parare sul carattere di entità che bene o male so che sono costanti nel loro stile. Ad esempio, vedo una striscia per terra e vedo due grosse calamite attaccate. Penserò che è successo per via dell’attrazione reciproca di quegli oggetti che hanno sconvolto la scena per via della Natura della relazione intercorsa che, ad un certo punto, ha generato qualche effetto imprevisto. Se operiamo un curioso sillogismo, potremmo raccogliere questo suggerimento dato dal Meta Hodos in merito allo “stile” ed usarlo anche quando enti aventi un’anima vestono il ruolo di moventi; gli esseri umani sono un po’ come le cose quando coprono un ruolo di movente, pertanto, l’ingenuità da prendere in considerazione riguarda il c.d. Stile. La parola “stile” deriva dal latino “stilum” [Lo Zingarelli 10095] e con esso si intende un metodo [un’estetica]; uno stile applicato e ripetuto può generare il c.d. Motivo. Un caso di specie, è nell’Arte del Cucito. Un motivo, nell’arte del cucito, è il risultato dell’applicazione di uno o più stili di cucitura [ad es.: punto e croce] che ripetuti più volte porta alla generazione di una figura sempre più complessa [il c.d. ricamo].
Ciò premesso, se dovessimo cominciare a fare un tecno-discorso [tecno-logos/tecnologia], volto – step by step – a sostituire la manualità con la meccanicità, verrà irreversibilmente da pensare che un motivo altro non è che quell’insieme di applicazioni dello stile che porta al – di volta in volta – ricamo. Di conseguenza, dovremmo escogitare lo stile e poi la – di volta in volta – sequenza dello stile o dei diversi stili usati per giungere al ricamo che, nel complesso, formeranno il – di volta in volta – moti-vo [il motivo del Ricamo]. Come già accennato abbiamo ereditato un linguaggio che ha origine migliaia di anni fa; le parole “movente” & “motivo” derivano entrambi da un concetto di verbalità che veniva e ancora oggi si intende con la parola PARTICIPIO. MOVE-NTE ==> PARTICIPIO PRESENTE | MOT-IVO ==> PARTICIPIO PASSATO. In antichità il loro uso era per le stesse necessità di comunicazione; dare l’idea di una azione in corso.. Quando si faceva un discorso rivolto al passato si usava una formula [participio passato], quando si faceva un discorso rivolto al presente si usava altra formula [participio presente]. Ancora oggi è presente una definizione che si avvicina a questo concetto nei vocabolari italiani, per cui – “Ivo o ativo [lat –ivu(m)] Forma aggettivi o sostantivi, di origine latina o derivati generalmente dal participio passato (alcuni direttamente dall’infinito), indicanti capacità, disposizione, qualità dell’azione in atto: attivo, consultivo, determinativo, difensivo, furtivo, nocivo.” – [Lo Zingarelli 1995].
Attualmente esiste un modo del verbo detto “passato imperfetto” che presenta forti affinità con il participio passato essendo presente in tale formula verbale il suffisso “ivo” [ad es.: servivo-serviva etc..] che, come il participio passato, intende un’azione in corso, cioè imperfetta. Esistono, tuttavia, ancora parole in uso comune in cui compare la forma arcaica del participio passato per indicare un’azione in corso passata (cioè imperfetta, non ancora terminata) come la parola “locomotiva” (=locomovente) intendendo con essa un macchinario da traino di mezzi di trasporto come i treni. Quindi un motivo, non è un impulso – [(movente) è (indizio) è (impulso)] – è capitato un pasticcio nel corso dell’eredità del linguaggio...
- (un motivo) è (un insieme di operazioni di stile) ===> che soddisfava.
- (un movente) è (un insieme di operazioni di stile) ===> che soddisfa.
Ciò premesso, se operiamo un saggio sillogismo induttivo, risaliamo a tale definizione anche perché la stessa parola “participio” non può che irreversibilmente collegarsi al concetto, all’idea di partecipazione che consiste comunque nella manifestazione di qualche attività muscolare o mentale da parte di qualcuno/qualcosa che, irreversibilmente, s’incarna in una estetica [metodo] e quindi la si coglie con i sensi. Il participio passato comunque deriva dal modo del verbo “infinito presente” con il quale si intende infatti un’estetica che si consuma mai. Quando il termine linguistico, nella sua creazione, è il risultato di un approccio estetico [ad es.: correre = camminare molto velocemente] si tende ad immaginare l’estetica del verbo che termina mai. Quando il termine linguistico, nella sua creazione, è il risultato di un approccio teleologico [ad es.: scazzottare] si tende ad immaginare l’estetica del verbo che termina e ricomincia ripetendosi all’infinito perché l’estetica stereotipo la si apprezza nel suo sviluppo completo. Il participio passato, per l’effetto, intende un’azione imperfetta tendenzialmente “astratta”, cioè sganciata dai singoli casi di specie un po’ come l’infinito presente di cui è figlio [il participio è, tuttavia, leggermente meno astratto dell’infinito presente perché viene specificato il movente nel sostantivo che lo accompagna che indica il soggetto attivo (o attivante..) dell’estetica. Insomma il participio si accompagna sempre a un sostantivo tanto da esser considerato il più delle volte un aggettivo [ad es. persona (sost.) + divertente (agg.)], mentre l’infinito presente non bada ai soggetti, bada a niente..]. Ad esempio se io pongo a qualcuno la domanda – “Senti, sono divertente?” – non è come se domandassi – “Senti, ti sto divertendo?”. Pur avendo le due forme verbali (gerundio & participio) delle analogie, nel primo caso – con il participio – si intende un qualcosa che è diventato una qualità di una persona, nel secondo caso – con il gerundio – si intende una performance di specie, cioè potrei anche non essere un soggetto divertente ma potrei comunque divertire in un caso di specie. Il cervello apprezza inconsciamente la differenza, razionalizzarla non è così immediato; è un processo mentale recesso. Eppure chi non si presume più ignorante del processo mentale recesso sa già che la reazione alla domanda sarà diversa a seconda dell’uso del participio o del gerundio, mentre, chi risponde non sa perché risponde in maniera diversa, cioè non è in grado di diventare ancora cosciente di un processo mentale radicato nelle fondamenta della sua testa, per l’effetto, può neanche apprezzare di essere una potenziale vittima di manipolazioni neuro-linguistiche di più disparato tipo.. Eccosì via, tira-nte [o tir-ivo, se rivolto al passato che, guarda caso, nella forma verbale del passato imperfetto diventa ==> tir-avo], montante [o montivo, se rivolto al passato che, guarda caso, nella forma verbale del passato imperfetto diventa ==> mont-avo] etc. Alcuni scrittori, ancora usano nel loro stile accompagnare il “passato remoto” con il “passato imperfetto” perché l’imperfetto, assieme al passato remoto riesce a rendere quell’idea di azione in corso simile a quella idea che ormai è scomparsa che rendeva il participio passato con l’uso del suffisso “IVO”. Pertanto, “persona divertente” ==> “persona che diverte” | “persona divertiva” ==> “persona che divertiva”. Insomma, PRESENTE & PARTICIPIO & IMPERFETTO hanno delle forti affinità che spesso si apprezzano in maniera inconscia. Detto ciò, la domanda virtuosa da porsi – di volta in volta – è una domanda del tipo – “Cos’è che scatena un movente?” – “Cosa scatenava un motivo?” – e questo quando l’estetica che capita è banale, cioè gli indizi, le impressioni lasciate dal movente/motivo del caso di specie riescono a lasciarle anche altri motivi/moventi. Per rendere l’idea si fa questo esempio. Vedete sopra la vostra macchina delle zampate; potrebbe essere un Gatto, ma anche una Lince, oppure chissà che altra razza di animale vivete in campagna non è che siete dei geniacci della fauna selvatica; tale indizio può, insomma, derivare da metodi usati da più di un animale di cui avete maturato il pregiudizio. Se siete curiosi, però, e foste coscienti del concetto ingenuo di stile che regge i moventi, iniziereste a focalizzare l’attenzione magari sul passeggio, cioè sullo stile del passo, sulle falcate dell’animale – “Un gatto lascia una zampata di una forma del genere, però la lince ha un falcata più ampia di un gatto, non pare il passo, lo stile di un gatto..”. A quel punto andate a curiosare nei paraggi e scoprite che dove avevate lasciato degli avanzi di cibo, qualcuno è andato a rovistare, avete sentito dire che le Linci sono ghiotte di carne e non di crocchette come il gatto che conoscete e vi viene ogni tanto a trovare.. Insomma, quel – “Cui prodest?” – che è stato poi associato al movente, è rappresentato, in verità dal desiderio che, poi, nel corso del tempo, è stato sinonimato, a sua volta, con la parola impulso, stimolo, invito, etc.. Di conseguenza, a parità di moventi, il pensiero cade sui desiderii, sulle abitudini, sulle ambizioni, più in generale, sul c.d. Modo d’essere. Detto ciò, dall’ingenuità nasce il pensiero malizioso; come posso ingannare sugli indizi & possono ingannare su quelli che vengono chiamati moventi [intesi per desiderio]. Più difficile è, invece, riuscire a ingannare sullo stile [il movente genuino] perché, sovente, lo stile [il movente/motivo] è qualcosa di talmente compenetrato con l’estro & la personalità dell’Autore che è dura riuscire a mantenerlo come il medesimo. Ciò premesso, la mente umana quando cerca l’ivvero opera, in primis, sugli indizi, però quando l’indizio lascia troppo spazio alla fantasia, opera, in secundis, con pregiudizio lavorando sui desideri di chi potrebbe aver avuto interesse ad operare e, spesso, si scorda dello stile perché non è ovvio che un movente c’entra niente con un desiderio. Il pregiudizio pigro, quindi, si compone per lo più di due elementi [Indizio + Desiderio (inteso come movente)] così, per l’effetto, si vede uno sportello di una banca rotto e si esclama – “Sarà stato sicuramente qualche c*zz! di zingaro o marocchino di m**r!d..”. Considerando che i desideri degli enti animati possono anche essere molto frivoli & capricciosi, diventa chiaro, che operare pregiudizi virtuosi diventa più agevole con enti non animati, non solo perché gli enti inanimati sono più costanti nello stile degli enti animati ma anche perché gli enti inanimati sono più costanti nei desideri, cioè il bagaglio di impulsi che li mette in moto è per lo più sempre quello.. percepiscono un’influenza sempre dalle stesse relazioni, mentre con gli enti animati non sempre funzionano le stesse relazioni, non sempre dalle stesse relazioni scaturiscono gli stessi effetti. Ciò premesso un pregiudizio virtuoso, si deve comporre di almeno tre elementi [Indizio + Desiderio + Movente]. In tale maniera, infatti, l’alto probabile [per tutti] dovuto alla facoltatività di desiderare tipica degli enti animati rispetto all’obbligatorietà di desiderare tipica degli enti inanimati, viene calmierata così da un basso probabile [per tutti] dovuto alla difficoltà di mantenere lo stile di un altro essere animato; l’Autore sarà molto bravo a mantenere il suo stile, chi proverà, invece, ad imitarlo peccherà irreversibilmente nello stile. Cioè eseguire uno stile che ci è proprio è alto probabile per noi, e un basso probabile per gli altri..
__--**§§§§§§§**--__
Detto ciò, si apre il problema dell’approccio a un minestrone indiziario fatto da impressioni tipiche di attività comuni [ad es.: impronte] & impressioni tipiche di attività personalissime [ad es.: manoscritti]. Un escamotage che può portare a risultati non previsti è quello di assecondare il pregiudizio pigro per poi arricchirlo di Stile; chiaro che bisogna averne voglia; il pensiero rettiliano, per economia, si ferma allo step INDIZIO + DESIDERIO ===> (no il MOVENTE?) perché la ricerca del movente richiede, spesso, dell’esperienze pregresse che non sempre si hanno a disposizione nell’immediato. Ciò premesso, diventa più chiara l’ingenuità non subito manifesta per cui è l’uso di strumenti, cioè un ragionamento tecnologico che complica sempre le cose e che genera, spesso, il problema dell’alto probabile [ad es.: invece di scrivere a penna, usa lettere che si incollano o a volte usa una macchina da scrivere]. Per ovviare a questo problema, si curiosa – suggeriti dal pregiudizio pigro – sul soggetto colpito dal pregiudizio per cogliere le sue padronanze strumentali [la c.d. maturità tecnologica], ovvero per cogliere gli strumenti da cui potrebbero aver avuto origine un certo tipo di cose, etc. Inevitabile è che, un ALTO PROBABILE + UN BASSO PROBABILE insieme, a seconda dei casi, può tornare di vantaggio o meno e questo dipende da quanto ci si faccia ingannare dal concetto di strumentalità. A fronte di tanta tecnologia, infatti, il regresso alla naturalezza, al fine di cogliere, il BASSO PROBABILE per tutti (e quindi l’alto probabile per pochi), si può ridurre fino all’osso, cioè fino all’azione del pensiero [Immaginazione] tralasciando completamente le estetiche [Azione] che sono diventate tutte oggetto di un tecno-discorso e quindi meccanicizzate. Tutto ciò, però rappresenta, solo un ulteriore passaggio che non può prescindere dall’investigazione sulla maturità tecnologica del soggetto preso di mira. Un ALTO PROBABILE + un BASSO PROBABILE insieme, a seconda dei casi può tornare un vantaggio o meno; diventa un vantaggio, laddove per arrivare a padroneggiare un certo tipo di strumentazione occorre una notevole maturità tecnologica, ovvero un virtuoso uso dello strumento, uno svantaggio laddove per arrivare a padroneggiare un certo tipo di strumentazione non occorre una notevole maturità tecnologica [ad es.: ALTO PROBABILE svantaggioso nato dall’uso di strumenti ===> l’uso di una macchina da scrivere (la sanno usare in parecchi), ALTO PROBABILE vantaggioso nato dall’uso di strumenti ===> l’uso di un caccia (lo sanno manovrare in pochi)].
- Più ci si avvicina allo stile di un Autore che prescinde da ragionamenti tecnologici e quindi più ci si avvicina ad uno stile che è il prodotto della natural modo di essere di un soggetto più ci si avvicina al BASSO PROBABILE per tutti ==>)) (alto probabile solo per l’Autore);
- Più ci si avvicina, invece, allo stile di un Autore che matura da ragionamenti tecnologici e quindi più ci si avvicina ad uno stile che non è il prodotto del natural modo di essere di un soggetto, più ci si avvicina all’ALTO PROBABILE per tutti ==>)) (alto probabile anche per l’Autore);
La maturità tecnologica, tuttavia, può risultare una spada di Damocle perché se diamo per scontato che qualsiasi umano può, se ne ha voglia, capacitarsi nell’usare una attrezzatura (quindi diventa difficile risalire all’autore causa tecnologia), ci sono attrezzature che richiedono una voglia di capacitarsi, una forza di volontà di imparare che non c’è, oppure manca quel percorso di addestramento per arrivare comunque a tale maturità tecnologica perché privi di risorse ordinarie ci vorrebbe troppo tempo per imparare ad usare l’aggeggio aiutati dal Caso [ad es.: provo da solo ad imparare ad usare un software che presenta centinaia di comandi senza manuale di istruzioni, impazzendo nell’indovinare i tasti di comando..].
Ciò premesso, emerge una ingenuità non subito manifesta in merito al fenomeno della c.d. Indagine. La ricerca dell’Ivverità non è fine a se stessa, ma è sempre tesa ad un risultato pratico, cioè indirizzare verso una Verità [apripista]. Il gioco delle Presunzioni, nel suo virtuoso e naturale evolversi, infatti, si può sommariamente suddividere in tre fasi ===> Ragionamento per c.d. Infalsi ===> Ivverità ===> Verità. La verità che solitamente interessa, l’unica che può ottenersi con l’Arte della Presunzione, è una verità oggettistica che s’incarna o in un soggetto o in un oggetto. Detto ciò, chi ha il bernoccolo per la Presunzione troverà forte divertimento, troverà una buona palestra in un ambiente quale la Campagna visto che la campagna è piena di fauna, cioè enti animati per lo più abitudinari sia nello stile che nei desideri, così come di flora e di materie che, tutto sommato, hanno un bagaglio molto basso di desideri/impulsi e stili.
Ciò che, infatti, non è subito manifesto e che, nella Quotidianità, raramente ci si cimenta nel presumere se non quando vi è del fumus di un’attività cronica. Tendenzialmente, il conforto della Presunzione lo si rinviene nel fatto che – se si rispettano i tre punti fermi citati [indizi + desiderii + stili] – con tempo & paziente applicazione prima o poi si arriva alla Verità, ovvero si arriva a cogliere la Volpe con l’uva tra le zampe, il Gatto con la salsiccia in bocca, il Lupo con le pecore nel recinto o il Cinghiale dietro il cespuglio su cui si erano maturati già dei sospetti magari anche per mezzo dell’artificio, cioè della creazione di trappole ad hoc. Non a caso la parola “INDAGINE” deriva da un fenomeno tipico delle campagne, non a caso la parola “INDAGINE” nasce in circostanze campestri dove l’Arte del Presumere trova spesso grande conforto [la caccia]. Non è normale, infatti, trastullarsi con gli ivveri e basta. La ricerca dell’Ivvero rimane attività per lo più deficiente – proprio nel senso letterale del termine – se non si fa prima o poi il grande passo =======> il salto nella Verità! Per quello, per la sopravvivenza, fantasticare in maniera stupida serve a poco mentre fantasticare in maniera ragionata [il c.d. fantastico ragionato], in determinate circostanze, può portare i suoi frutti [la preda]. Indagare – “vc. dotta, lat. indagare, da indago, genit. indaginis. Comp. del prev. Ind-, raff. di In-illativo, e della radice indeur. Ag – ‘spingere’, perché il significato originario proprio della indagine dei cacciatori era ‘spingere la selvaggina nei recinti di caccia’ [Lo Zingarelli 1995].
Detto ciò, diventa manifesto che vi è una aberrazione all’origine nel concetto di ricerca di una verità di fenomeno; non si potrà che rimanere fermi allo stadio della Ivverità. A caccia del Passato si può mai andare, a caccia delle Prede che sono passate, invece, si può. Detto questo diventa ovvio, che la ricerca della Verità nel processo (una verità di fenomeno), da un lato, è probatio diabolica per chi deve accusare, dall’altro, è vittoria quasi sicura per chi deve difendersi, se si ri-costruisce un episodio in un processo in assenza di gravi precisi e concordanti indizi quali quello che possono fornire solo giocattoli in possesso di Batman; tanto, nella migliore delle ipotesi, si arriverà solo ad un virtuoso Ivvero e mai alla Verità. Detto ciò, diventa ovvio che una indagine che non si chiude con una qualche forma di arresto in flagranza degli indagati è una indagine che si è mai conclusa perché il gatto non è stato messo nel sacco, gli indagati non sono stati trovati con le mani nella marmellata.
Ciò premesso, emerge l’ingenuità non manifesta del come, avvenimenti sporadici, compiuti da esseri umani i quali, non sempre sono mossi come le Volpi & altri animali da impulsi & ambizioni primarie, ma possono essere mossi da desideri ambigui frivoli & perversi o apparentemente stupidi per l’opinione comune, in un’ottica presuntiva, non destano interesse in quanto portano irreversibilmente ad uno stallo nel normale evolversi di una presunzione in quanto ciò che da ossigeno alla presunzione è IL MOVENTE RIPETITIVO (un dato di abitualità). Di conseguenza, a meno che non si abbia a che fare con un delinquente di professione, a meno che non vi sia del fumus di serial killer per cui, prima o poi, s’indovina dove farà il prossimo colpo [rapina, furto, omicidio, truffa, etc.] si rischia di rimanere a trastullarsi con l’ivverità maturata dagli indizi, pertanto, un forte conforto lo si troverà nel caso d’indizi schiaccianti e per essere tali devono essere a prova di bomba, cioè a prova di esperimenti giudiziali, non devono essere stati suggeriti dal semplice Caso perché qualcuno li avrebbe potuti mettere apposta, ma devono risultare da qualche artificio umano.
Detto ciò, quali sono i canoni dell’Ivverità?
Quanto bisogna lavorare di lima con la Kalokagathia, con la Discriminazione per poter interessare un’indagine, cioè per poter stimolare una potenziale messa nel sacco?
Quando si ha a che fare con gli esseri umani, si rimbalza sul Modo d’Essere, cioè si cerca di indovinare della abitualità nel soggetto colpito dal sospetto, quel sospetto che, nel mondo della campagna/della caccia, potrebbe diventare l’incipit della cattura in flagranza di una bestia. Per quanto riguarda il Passato in sé, si potrebbe sollevare l’interesse di un Cacciatore facendo emergere qualche DATO DI ABITUALITÀ che non si rinviene tanto in un episodio in cui si ritiene coinvolto il sospettato, ma in più episodi che presentano analogie e sono riconducibili allo stesso sospettato prendendo come punti fermi, non necessariamente subito lo Stile, ma Desideri (bizzarri/pazzi o anche per via di un’osservazione della personalità) & Indizi; a quel punto un Cacciatore potrebbe ritenere l’Ivverità di pregio e partire con l’indagine per arrivare alla messa nel sacco della bestiola ==> (ci sono i numeri, ovvero dati di abitualità, sufficienti per giungere, volendo, da un Ivvero a un Vero d’oggetto & di fenomeno se il Movente verrà sorpreso in flagranza). Chiaro è, a questo punto del discorso, che tra il Dire & il Fare c’è di mezzo il Mare, un po’ come tra la Filosofia & l’Arte c’è di mezzo il Come. Il caso di specie, inerente la lettera inviatami fornirà un esempio del passaggio dalla Teoria alla Pratica sul come creare una buona Ivverità.
SESSANTACINQUE--§§
In un'ottica fortemente filosofico aprioristica, nel corso del tempo si sono ""incarnate"" alcune delle più antiche speculazioni filosofiche sul fenomeno del cd Talento. Esistono e si sono evolute fin dalla notte dei tempi due concetti del talento e venne partorita l'idea del talento cd Animistico [detto più volgarmente talento di cd Base o talento cd Naturale] e l'idea del talento cd Meccanicistico [detto più volgarmente talento cd Artificiale o talento cd Costruito] . La prima idea del talento [talento animistico] ha trovato poi terreno in campi come la parapsicologia e le varie speculazioni spiritistiche sul ciclo delle reincarnazioni per cui noi umani dalla nostra evoluzione animistica tipo dalla mosca all'essere umano nel corso delle varie esperienze abbiamo sedimentato nel cd Ancestro tutti quei processi biologici e quei metodi innati che ci portano a diventare capaci di svolgere una attività e/o arrivare a dei risultati senza un percorso di indottrinamento [la cd Innazione o cd Recessualità]. In altre parole, la spontaneità con cui imparate a camminare o svolgere senza che qualcuno ve lo spieghi deriva da uno dei migliaia di talenti innati che possedete. La seconda idea del talento [talento meccanicistico] ha trovato poi terreno, invece, in campi come la tecnologia e le varie speculazioni sulla cd Replica (di un comportamento/risultato più che altro derivante dall'innazione) . In questo secondo approccio più meccanicistico, il talento viene visto con una attenzione sensibile più sulla cd Estetica e ciò per via di un fallace ragionamento presuntivo che porta a ritenere il talento come la ""capacità di svolgere una attività e/o arrivare ad un risultato nella maniera più naturale o meno impacciata possibile "". Questo è il motivo per cui nell'insegnamento delle arti e dei mestieri spesso si bada alla replica del repertorio di compositori, artisti, mestieranti, professanti ovvero per via di un forte approccio all'estetica e a metodi volti a sviluppare in maniera artificiale delle abilità che sono prim'anzi percepite comunque come innate. Musucisti autodidatti & Musicisti non autodidatti.
Per quanto vi possa sembrare paradossale ed al limite dell'idiozia, la G-ius-stizia apparentemente c'entra con l'etica, la morale, la vostra percezione del Bene & del Benessere e infine con la religione in quelle comunità in particolare dove religione, usi e costumi e diritto son per lo più percepiti come derivanti da uno stesso precetto; il cd Precetto Divino. Ancora oggi istintivamente percepite il senso del giusto, anche se non avete aperto un libro di diritto nella vostra vita, come uno spazio di libertà, di azione unanimemente consentito in quanto potete ""pretendere"" di comportarvi in quella maniera piuttosto che in un'altra. In parole povere, per voi istintivamente (cioè anche senza razionalizzare il fenomeno) il cd Giusto coincide per lo più con il cd Consentito. Per parlare come si mangia ""È giusto mangiare la carne di maiale? "" - un ateo rimarrebbe un po' perplesso, un cristiano rimarrebbe per nulla perplesso sul fatto che sia giusto e un musulmano rimarrebbe stupito per l'imbarazzante domanda ritenendo ovviamente ingiusto mangiare carne di maiale! Ciò premesso, in una comunità dove si consente che dei magistrati , nel dubbio, giudichino contra reo nonostante laddove non ci sia la immortalata flagranza si debba sempre e solo procedere ad assoluzione, è giusto condannarli a vent'anni galera per associazione di stampo mafioso esoterico satanista nel dubbio che non si possa escludere che facciano tutti parte di una stessa banda a delinquere per via di indizi che rendono molto verosimile quanto si sostiene, per via di atteggiamenti anomali, etc.. la Chiesa ha sempre dato da insegnare al riguardo laddove ogni volta veniva esclamato , dopo un bel rogo di streghe, che ""È morta la Giustizia solamente quando sono ovviamente morte tutte le streghe..."" - hihihi ;)
SESSANTASETTE--§§
"Conosci te stesso e niente di troppo"". Le prime forme istintuali di obiettività, per quanto possa sembrare paradossale, trovano fondamento proprio nella persona e non al di fuori di essa. In altre parole, l'ingenua e genuina obiettività si fonda sul personalismo e non il contrario. Diverse sovrastrutture culturali hanno portato poi - per una questione di autotutela del gruppo - a ritenere il contrario. Oggi, infatti, per obiettività si intende un modo di vedere le cose che non si basa sul personalismo. Eppure è sempre di nuovo conoscendo se stessi che si ritorna all'ingenuità. Il senso del dolore (obiettivo) del male (obiettivo) del bene, del piacere , etc lo maturiamo in via endogena attraverso le nostre esperienze. Tuttavia, una sincera considerazione partorita da reazioni endogene rispetto ad una esperienza vissuta può diventare un illazione unanimemente condivisa. Eccosì, prendere della benzina e buttarla addosso ad una persona non viene percepita - identificandosi nel ruolo dell'attore - come un atto volto a far bene ad altro consociato se non in circostanze davvero particolari. Da un punto di vista più neurolinguistico quanto scritto si incarna nell'espressione interrogativo retorica.a chiusura di una frase ""..No.?"". "" Si capisce, no?"" ""Ti piace, no?"" ""È stupido, no? "" È sempre così, no?"" - oppure - ""È buono, vero?"" ... ""È una cattiva persona, verò?"" ... ;-)_
SESSANTAOTTO--§§
Volendo svelare una perifrasi poco conosciuta ; la (Razionalizzazione) è (quel processo mentale che porta un essere vivente a maturare il senso della Regola) . Non è un caso, che il senso più vicino alla ragione sia la Vista mentre quello più vicino all'Istinto è l'Udito. La mostrazione di un fenomeno (mostrazione del ""di"" o di - mostrazione) è palese più al vedere più che al sentire e una volta visto un fenomeno nel suo spiegarsi si può maturare anche il senso di una o più regole dietro ad esso. La vista viene ancora considerato oggi il senso dominante della razionalità [Ragione] . L'udito viene ancora considerato oggi il senso dominante dell'irrazionalità [Sentimento]. Ragione & Sentimento.
Non per fare il solito epigone della situazione, ma non è normale che , terminata la scuola o un anno accademico universitario , uno studente ""venda"" tutti i suoi libri. Quanti business sono nati facendo leva su alcune delle più risolute truffe intellettuali per rendere l'istruzione uno strumento di lotta di classe anzichè uno strumento per vivere meglio in comunità. Non saprei se definirla una delle più acute vittorie della filosofia sulla stoltizia dei presunti ignoranti la situazione in cui siamo messi ancora oggi... per quanto riguarda l'amministrazione dell'istruzione.
Diciamo che David Icke come scrittore, ricercatore dell'ignoto lavora molto sulle congetture, interpretazioni allegoriche in merito a un mondo governato da satanisti capeggiati da una manica di lucertolone provenienti dalla costellazione di Sirio il Dragone però alla fin dei conti è ancora "" sull'opinionistico andante "" più che "" sul per fatti concludenti andante "" e quindi ci prova anche a fare business culturale , niente da dire e continua a scrivere a speculare. Io invece ad esempio come scrittore, ricercatore dell'ignoto lavoro poco sulle congetture, interpretazioni allegoriche in merito a un mondo governato da satanisti capeggiati da una manica di lucertolone provenienti dalla costellazione di Sirio il Dragone.. quindi sono poco sull'opinionistico andante, molto sul per fatti concludenti andante, tanto che è già "la seconda volta"" che li scopro e indovino l'apripista per risalire a tutti con nomi e cognomi e luoghi e tipologie di razze aliene coinvolte, etc.. e quando mi cimento come scrittore ad un certo punto mi devo comunque però fermare a scrivere anzichè continuare a farlo se no cmq mi fermano loro rapendomi... È così, purtroppo...
SETTANTUNO--§§
Il Tortura ==> Conosci ==> Uccidi è una pratica militare antica ""rivisitata"" dall'Inquisizione e ""caramellata"" con la Favola del cd Timore di Dio è più grande del cd Timore del Dolore. Dopo un periodo di umanizzazione e della nascita delle ""mezze misure"" (tipo la cultura del cd Prigioniero di guerra) . Rimane comunque un MUST nell'arte della guerra un più' come la torta della nonna nell'arte culinaria... ..quando il Caso faceva capitare qualche indizio utile per preparare una imboscata; si catturava il nemico, poi gli si lasciavano solo 2 possibilità. Morire con dolore o Morire in pace dando informazioni utili. E .. si replicava il metodo fino a sterminare l'intera società segreta, la societass nemica.. eccosì via. Oggi con la forte informazione di adesso rimane una delle poche ricette ancora che fanno la differenza, un po' come l'aloe vera dei guru sudamericani per guarire i malanni... ..Una curiosità, nel corso del tempo poi si ""affinò"" l'arte del torturare, perchè si prese contezza che ad un certo livello di tortura il soggetto a difesa si ""alienava"" come se lo spirito non fosse più là presente, allora nacquero le cd Segrete. Lo stato di prigionia infatti venne ritenuta l'unica tortura in grado di generare uno stato di sofferenza perenne senza alienazioni o assuefazioni tipiche di altre torture, così nacque la parola ""prigioniero"" indicando un soggetto in stato di tortura ovvero nello stato di tortura meglio e mai escogitata, ovvero la ""prigionia"" , incatenandolo per evitare che si facesse del male da solo e fino a quando non avesse deciso di parlare, quindi fornire informazioni..""..Rinchiudetelo nelle segrete di Torgar!!""
SETTANTADUE--§§
Il reato di cd Plagio una volta era rubricato nel codice penale anche in Italia, poi è stato abolito perchè non è stato colto il ""sottile filo rosso "" che collega tutte le casistiche in cui si cade nella fenomenologia del Plagio . Volendo usare una perifrasi poco conosciuta in ambito civile, ma dalla notte dei tempi conosciuta in ambito militare ===> (il Plagio) è (l'Arte di indurre un comportamento come consueto nonostante se ne apprezzi istintivamente la sua inutilità). Grazie all'arte del Plagio si possono mettere degli uomini in fila a beccarsi le palle di cannone di pietra obbligandoli a tenere le fila e non nascondersi, grazie all'arte del Plagio si può indurre una persona a sforzarsi di ricordarsi delle nozioni dentro a un libro senza farglielo leggere, sempre grazie all'arte del Plagio si può indurre una persona a camminare con le mani o a quattro zampe nonostante istintivamente continui a ritenere che siano i piedi i più utili... Eccosì via.
La ricchezza - istintivamente - la si riconosce nel ""possesso"" di grandi quantità di cose che servono.. da cose che rispondono ad esigenze di base ad altre che rispondono ad esigenze voluttuarie.. vale istintivamente per tutti gli animali quindi anche per l'Uomo.. ovvero il fenomeno dell'accantonamento di risorse nasce da un principio inconscio trascendente in tutte le entità animate ecco perchè le api immagazzinano miele, le formiche fanno altro ed altri animali si escogitano per generare le loro ""riserve"" endogene (all'interno del corpo) e/o esogene (all'esterno del loro corpo). La sofisticazione nacque quando lo stereotipo culturale della ricchezza non divenne più nè la cosa (materia prima) nè la lavorazione (il know how) e questo cascanno nell'inganno che l'unica soluzione per gli scambi commerciali fosse escogitarsi nel creare uno strumento per misurare il Valore delle cose e tale strumento divenne il Denaro (le valute)
Digitale o Analogico tutto può andare in fumo. L'Analogico è d'èlite & il Digitale è popolare.
L'Analogico è hardware & il Digitale è software.
L'Analogico è un giocattolone grosso con tanti bottoni grandi che si schiacciano e fanno ""click click"" & il Digitale è un giocattolino piccolo con zero bottoni e solo touch screen che fanno zero ""click click"" .
L'Analogico è riflessivo e ponderoso & il Digitale è istintivo & spensierato.
L'Analogico è contemplativo [il regno dei panorami] & il Digitale è egocentrico [il regno dei selfie] .
L'Analogico soggiace alla filosofia dell'Improntismo, dell'universo delle Impronte & il Digitale soggiace alla filosofia dell'Impressionismo puntiforme, dell'universo delle Impressioni puntiformi.
L'Analogico è indiziario & immodificabile & il Digitale è controindiziario & modificabile.
L'Analogico è una pattumiera che prende tutto senza capricci & il Digitale è una retina che prende niente se non a capriccio quantizzato.
L'Analogico è costoso e impegnoso & il Digitale è economico e sbrigativo.
L'Analogico è di concetto & il Digitale è di getto.
L'Analogico è tangiforme e tridimensionale [nastro & vinile & pellicola] & il Digitale è intangiforme e bidimensionale [wave & mp3 & jpeg].
L'Analogico è veritiero , testimone di suoni che percepiscono solo cani e gatti e voci dell'al di là & il Digitale non è veritiero, non è testimone di suoni che percepiscono solo cani e gatti e voci dall'al di là.
L'Analogico è per nostalgici rancorosi & il Digitale è per reazionari tolleranti.
L'Analogico invecchia come un buon vino & il Digitale invecchia mai come il buon Dorian Gray.
Io, in fondo, alla fin dei conti credo di essere niente altro che un Impressionista.
..chi ha una più matura Consapevolezza di una ""casistica"" sul fenomeno del cd Raggiro, potrebbe notare prima o poi delle fissità, cioè delle Stasi. Ciò che più determina il pensiero umano è la Convenienza. Ciò premesso innescando Urgenze mentali & sorvolando sulle categorie linguistiche si può generare quella Artificialità idonea a raggirare con successo una persona. Lessico & Urgenze ===> Convenienza.. il raggirato focalizzerà i suoi pensieri , la dinamica del suo pensiero insomma seguirà ""una pista"" che è divenuta oggetto di prognosi per via di una empiricità nata dall'adoperarsi con profitto nel truffare il prossimo
Il fenomeno terrestre della cd Finanza si basa su 3 premesse fallaci; 1) la possibilità di ritenere il denaro una valuta , cioè uno pseudo strumento (tipo un metro) per misurare il valore dei beni (cd Principio di Insolvibilità[cambiale fittizia] ; 2) la possibilità di mutuare del denaro [mutuo di obbligazioni insolvibili [i pagherò fittizi/banconote ; 3) la possibilità di ottenere il passaggio di un diritto di pseudo proprietà [diritto di distruggere/consumare un bene] senza ""traditio"" (passaggio di possesso della Res [S.p.a ==> la res che vi pseudo comprate è una Azione] .. se capite questo, diventerete dei fenomeni. Cioè uno può sedersi a giocare a un tavolo da poker con dei disonesti, sapere che barano e con tale Consapevolezza VINCERE LO STESSO.. ;-)
La logica richiede molta immaginazione in quanto spesso e volentieri si ""discosta"" dalla Realtà generando il fenomeno del cd Sofisma. Ciò premesso pochi menti elette riescono a cogliere certe sofisticazioni logiche (soprattutto nell'universo del Diritto ). La logica sovente è influenzata .dallo stato psicologico di una persona, sovente si allontana dalla razionalità; persone molto deboli caratterialmente possono essere oggetto di speculazioni anche molto cattive da parte di un virtuoso filosofo al punto da annientare una personalità e indurla al suicidio. Io sono molto bravo a distruggere l'autostima di una persona ma indurre al suicidio una persona è un reato , guarda caso...
SETTANTAOTTO--§§
La criminogenesi spesso dipende molto dal trascorso infantile di una persona; una forte delusione infantile può generare un mostro criminale. In fondo siamo animali, maltrattare un gatto o una persona o un cane lo ""incattivisce"". Se ci fate, infatti, molti Vostri comportamenti li tenete tenendo conto della ""riflessione "" che ingenerano più che altro nelle persone che più AMATE; possono essere i genitori, come la fidanzata, etc... il fatto di ingenerare una forte delusione in chi amate, una sofferenza Vi fa stare male non Vi rende felici, quindi - inconsciamente - non Vi comportate magari male perchè... ==> avete paura di far soffrire qualcuno a cui tenete. Ciò premesso, non avere punti di riferimento , non nutrire affetto per qualcuno da strada libera a qualsiasi tipo di efferatezza perchè non si soffre dell'idea che si possa fare qualcuno di quello che si compie. In quasi tutti i casi di disinibizione criminale si può riscontrare questo denominatore comune. Fateci caso... cos'è che Vi blocca nel far azioni poco onorevoli ? più l'opinione di estranei o la delusione che ingenerate in una o più persone verso cui , in una maniera o nell'altra, Vi sentite in debito ?
SETTANTANOVE--§§
Fin dall'antichità, è sorto il desiderio di poter conoscere anche cose che non siano state oggetto di una esperienza diretta e questo non solo per via del fatto di non essere stati fortunati nel capitare in un contesto e vivere una esperienza , ma anche per via del fatto che capita di non avere il talento e la maturità per vivere un certo tipo di esperienze. Ecco che è nato il desiderio di provare a riprodurre anche solo con l'immaginazione ciò che non è stato possibile vivere in presa diretta o perchè non c'eravamo o perchè non avevamo cmq il talento per vivere l'esperienza che si voleva accumulare ad altre già vissute.
Eccosì nacque in tempi remoti anche in chi è stato portatore di esperienze (magari straordinarie ) il desiderio di condividerle con altri e quindi il desiderio di tramandare e mantenere vivudoil ricordo di quanto vissuto in primis a se stessi e poi agli altri grazie allo stratagemma della cd Definizione.
Ancora oggi la parola definizione evoca (remote meaning) l'idea di qualcosa che si vede nitida che la si coglie in tutti i suoi particolari, che si apprezza virtuosamente con i sensi ordinari , ecco che il Definire porta a riflessioni più curiose laddove, ciò che deve essere colpito dalle proprietà di tale verbo, è il prodotto di un senso stra-ordinario , da un modo di percepire ciò che ci circonda, a molti davvero sconosciuto.
Se è vero che l'uomo, fin da tempi remoti ha colto nel "disegno"" il mezzo per meglio mantenere vivida una esperienza vissuta e il ""ritratto"" il culmine di una maturutà artistica nell'Arte della Definizione che altro, ingenuamente, non sarebbe che un ""de - finire"", cioè un finire qualcosa partendo da un ""da"" , cioè, da un dato preso in considerazione per poter non sciupare il ricordo di un volto, l'espressione di un viso per via di una pigra memoria dura a volersi far viva ad emozionare di nuovo lo spirito riportando a galla quanto in passato lo sguardo ha catturato, altrettanto è vero che l'Arte della Definizione si è dovuta abbassare a cose più pratiche...
eccosì nacquero le definizioni linguistiche che per quanto possa apparire ridicolo, altro non rappresentano se non un'operazione di ""imbagagliamento"" di particolarità colte per lo più cmq con i sensi ordinari più gestibili come informazioni anche se meni emozionanti magari; quando fate i bagagli d'altronde dovete operare una scrematura di tutte le particolarità che avete in casa, nell'armadio, in salotto, etc... una scrematura che si basa, che viene gestita più che altro dalla vostra sensibilità sull'utilità di una particolarità (una cosa) da portarsi in viaggio piuttosto di un'altra; se andate al mare prenderete i bermuda, se andate in montagna il maglione... ebbene con le lingue non fu molto diverso...
Eccosì , per quanto si possa raccontare una esperienza straordinaria e quindi definirla a parole, una invidia gentile e bambinesca, un po' non può che continuare ad essere provata nei confronti di qualcuno che racconta di un dono maturato nel suo giovane tempo un po' come un bambino cresciuto con la sindrome di Peter Pan che vorrebbe cmq imparare a fare le stesse cose straordinarie, tipo vedere ad occhi chiusi e bendati , anzichè doversi sentirsi rimbalzato a dover afferrare quella stessa esperienza sforzandosi di elaborare le definizioni che gli soni state passate ma che mai potranno soddisfare a pieno la sua curiosità.
In parole povere,
Beata Lei che ci riesce!!
Peace & Love
OTTANTA--§§
Greek ==> Cara Maya
α ==> Alpha ==> Al – pàa – ha
β ==> Beta ==> Be – ta
γ ==> Gamma ==> Kam – ma
δ ==> Delta ==> Tel – ta
ε ==> Epsilon ==> Ep – zil – on – om
ζ ==> Zeta ==> Ze – ta
η ==> Eta ==> et – ha
θ ==> Theta ==> thetheha – ha
ι ==> Iota ==> Io – ta
κ ==> Kappa ==> ka – pàa
λ ==> Lamda ==> lam – be – ta
μ ==> Mu ==> Mu
ν ==> Ni ==> ni
ξ ==> Xi ==> xi
ο ==> Omikron ==> om – ik – le – on
π ==> Pi ==> pi
ρ ==> Rho ==> la – ho
σ ==> Sigma ==> zi – ik – ma
τ ==> Tau ==> Ta – u
υ ==> Upsilon ==> u – pa – zi – le – on
φ ==> Phi ==> pe – hi
χ ==> Chi ==> chi
ψ ==> Psi ==> pe – zi
ω ==> Omega ==> O – mec – ka
Greek ==> Cara Maya ==> English
Alpha ; al ==> heavy ; pàa ==> break ; ha ==> water
Beta ; be ==> walk ; ta ==> where/place/plain/ground
Gamma; kam ==> receive ; ma ==> mother/earth
Delta ; tel==> deep/bottom ; ta==> where, etc.
Epsilon ; ep ==> obstruct ; zil==> make/edges ; onom ==> whirlwind
Zeta ; ze ==> strike ; ta ==> where/ground , etc.
Eta ; et ==> with ; ha ==> water
Iota ; io ==> all that which lives and moves ; ta ==> where/ground/etc.
Kappa ; ka ==> sediment/obstruction ; pàa ==> break/obstruct
Lambda ; lam ==> submerge ; be ==> go/walk ; ta ==> where/ ground, etc.
Mu ; Mu ==> Mu
Ni ; Ni ==> point/summit/peak
Xi; Xi ==> to rise/to appear over
Omiktron ; om ==> whirl ; ik ==> wind ; le ==> place ; on ==> circular
Pi ; pi ==> to place little by little
Sigma ; zi ==> cold ; ik ==> wind ; ma ==> earth/mother, etc
Tau ; ta ==> where ; u ==> bottom/valley/abyss, etc
Upsilon ; u ==> abyss/etc ; pa ==> tank ; zi ==> cold ; le ==> place ; on ==> circular
Phi ; pe , come /out, etc. ; zi , vapor
Omega ; o ==> there ; mec ==> whirl ; ka ==> sediments
Free reading
Greek ==> Cara Maya ==> English
α ==> Al – pàa – ha ==> Heavy break the waters
β ==> Be – ta ==> Extending over the plans
γ ==> Kam – ma ==> They cover the lands
δ ==> Tel – ta ==> In low places, where
ε ==> Ep – zil – on – om ==> There are obstructions, shores form and whirpools
ζ ==> Ze – ta ==> Strike the earth
η ==> et – ha ==> With water
θ ==> thetheha – ha ==> The waters spread
ι ==> Io – ta ==> On all that lives and moves
κ ==> ka – pàa ==> Obstruction give way and
λ ==> lam – be – ta ==> Submerged is the land of
μ ==> Mu ==> MU
ν ==> ni ==> Peaks only
ξ ==> xi ==> Appear above the waters
ο ==> om – ik – le – on ==> Whirlwinds blow around
π ==> pi ==> And little by little
ρ ==> la – ho ==> Until there comes
σ ==> zi – ik – ma ==> Cold air. Before
τ ==> Ta – u ==> Where valleys existed, are
υ ==> u – pa – zi – le – on ==> Now abysess, cold depths. In circular places
φ ==> pe – hi ==> Mud formed.
χ ==> Chi ==> A mouth
ψ ==> pe – zi==> Opens, vapors
ω ==> O – mec – ka ==> Come forth and volcanic sediments
§§§;_.
“Heavily break the waters over the plains. They cover the low places. Where there are obstructions shores form. The earth is struck with water; the waters spread on all that lives and moves, the foundations give away and submerged is the land of MU. The peaks only appear above the water, whirlwinds blow around until gradually comes cold air. Before where existed valleys are great depths, cold tanks. In circular places mud banks formed. A Mouth opens, out of which vapors pour forth and volcanic sediments.”
§§§;_.
“Pesantemente le acque irrompono sulla pianura. Esse sommergono i luoghi più bassi. Dove ci sono delle alture si formano invece delle coste . La terra è stravolta dall’acqua; le inondazioni colpiscono tutto ciò che vive e si muove, le fondamenta di una civiltà spariscono e sommersa è la terra di MU. Appaiono solo i picchi delle montagne al di sopra del livello dell’acqua, trombe d'aria soffiano intorno fino a quando diventano aria fredda . Dove prima esistevano rigogliose valli ora vi sono solo grandi e fredde profondità . In luoghi chiusi si formano paludi. Una voragine si apre , buttando fuori vapori e versando sedimenti vulcanici.”
By Colonnello James Churchward
§§§::,
Una virtuosa spiegazione è sempre il frutto di una , di volta in volta, rigorosa deduzione.. e tali spiegazioni , derivate da rigorose deduzioni, diventano solitamente le basi, i LA, i punti di partenza, gli apripista per ricostruire , di volta in volta, una dinamica storica quasi come se si risalisse su una catena trovando e mettendo un ordine agli ""anelli"" ==> a delle ciclicità spaziotemporali, ovvero a un catenaccio di eventi..
Ciò premeesso.. (ovvero premessa la virtuosa spiegatio del colonnello la quale potrà, per chi vorrà, diventare la base per far risalire - a proprio rischio e pericolo - un po' di anellazzi finanche/finanquo all'origine..)
Esisteva una sola Lingua, la Lingua di Mu
Plato - Platonis fece ricordo dell'antica Legge dell'Uno;
Un giorno Mu venne sommersa ==> e La Legge dell'Uno venne sommersa con Essa..
tutto ciò che vi era all'origine della grande Silloge venne occultato
Il Tempio del Sole oscurò la logica delle Inferenze con i suoi fallaci dettami della Scienza e della Religione.. gli umani non si capirono più e, una volta divisi, dalle religioni e dalle opinioni, cominciarono a combattersi
Oggi l'antica Eldorado rimane solo una leggenda , ma non è una leggenda l'attuale incapacità degli esseri umani di cogliere le identità (è), i significati delle parole e migliaia di considerazione e-videnti sepolte nei millenni..
OTTANTUNO--§§
--Il Gioco della Volpe
Un giorno una Volpe incontrò un Gatto e gli disse..
- "Oh mah ciao mio bel gattino, ora ti pongo davanti ad un bel giochino. La prossima volta che ti incontrerò se mi dici che io sono Volpe e sono Gatto ti mangerò, se mi dici invece che io sono Volpe e non sono Gatto ti mangerò lo stesso. Ciao."
Il Gatto, allora, tutto preoccupato andò a cercar consiglio dal Grillo perchè il Grillo la sa sempre indovinare e gli porse il trabocchetto della Volpe e gli disse..
- "Oh mio caro Grillo! Io una Volpe ho incontrato e mi ha detto che, se la prossima volta che la incontro, le dico che la Volpe è un Gatto mi mangerà, se le dico che la Volpe non è un Gatto mi mangerà. Oh mio caro Grillo! allora per questo ti chiedo consiglio. Cosa devo fare?"
Il Grillo, allora, tutto entusiasmato nel tirarla ad indovinare rispose al Gatto..
- "Oh mio caro gatto! Tu una Volpe hai incontrato che ti ha detto che se le dici che una Volpe è un Gatto ti mangia e che se invece le dici che una Volpe non è un Gatto ti mangia lo stesso? Ma davvero? He he.. ma il vero è mai vero purché il vero non si avveri. Perciò ti dico questo, la prossima volta che incontro la Volpe e ti chiede se la Volpe è un Gatto oppure se non lo è,dille che te lo ha detto l'Armadillo che cosa lei è, insomma arguisci, indica qualcun altro. Capito? Così ti salverai."
Così,,
arrivò, che se ne voglia o meno la prossima e la Volpe incontrò nuovamente il Gatto e gli rivolse parola..
"Allora mio bel gattino. Che hai deciso? Che mi rispondi? La Volpe è un Gatto o la Volpe non è un Gatto?"
allora il Gatto giustappuntato dal Grillo, lo citò e rispose..
- "Il vero è mai vero purché il vero non si avveri, perciò mia cara Volpe ti dico questo il Grillo mi ha detto questo e mi ha anche detto che l'Armadillo sa cosa davvero sei.."
Allora la Volpe, tutta colpita e permalosa rispose..
"Accidenti mio bel gattino! Mi sento grattata nel mio quasi come un felino, mmh.. devo assolutamente andare dal Grillo che ti ha detto quello che mi ha detto e dall'Armadillo a farmene causa in un sol boccone o meno."
Così, la Volpe se ne andò e il Gatto imparò ad arguire (argomentare..) ed ebbe salva la pelle.