& Il Delirio castorale.., - BACCAMBA'RUS

Omnia quae nunc vetustissima
creduntur, novafuere
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& Il Delirio castorale..,

Rime > Delirii di un Castoro
Poema di un Castoro…
che del menestrellar ne faceva oro

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Di goliardi e di posti sich’en nè girai
Ma dimore dall’ancorati luoghi per aqua né navigai
Affondai l’allora in anguste dimore
Dove c’eran gent’arme di fiotti e di sangue e di cuore in Malore

Nessun dei dormienti del posto mi riusciii svegliare
Pel colpo di spugna ricominciai a viaggiare

Arrivai in una terra mangusta e palustra
Di dire potei ma niente di più d’elli mis’gusta
Il gusto del diavolo lì c’era davvero
Nel creare nel crescere spettacoli di devastevro
Amoredll’ Nero

Del nome non ricordo seppur di animo nèro sepolto
Sepolto dal dolore
Di una terra senza orrore
Né un barlume di speranza
Accigeva unalchenchè di quella stanza

Stavo sopito stordo e lattrito…
Do do re ! L’ assioma copriva il mio idioma

Che facean’na brezza sulla mia’lsana pelle
Tantalunal chiaro del pallido lume brillavan le grelle
Una grella di mare che somiliavalallorglunglabro color
Del mare

Sicchè potei descrivervi siffh’ fata presenza
Di un malaugurato posto io non ho altra parvenza

Ricordo che son soltanto un bimbin d’uomo danzava
Nella pioggia felice a ritmo ballava
Balle di pioggia di vino e di roccia
Di sua testa neanche una sagoma riuscii a far corcia
Avean ’cappello coloredeldàre

Del dar di per lì che per nessuno s’andare
Nel posto in questione
C’era solo lui
L’Anfitrione

Del racolo
Lui del tutto era il tentacolo
Non c’era posto per animi di nessuna fattezza
Mai scorsi negli anni simil bruttezza
Leggero muoveva le sue blembe fattezze
Da sembrar sereno colmavanlì le carezze
Saturato d’un cappello dal bell’orlo urlato
Ghirlava il torchio del boia borroso e borchiato
Riggeva colpe di colpiti e colpitori
E di inanima umane veluti carnitori

Nessuno c’era a dare il LA’ della Speranza
Solo lui solo danzava
soluto nella Stanza

Scappai da quella terra maladannata
A cercar altrove da rasserenarmi spirto e corpo d’Olla
Occhiata
Non c’era niente di più e di bibello
Se non un bel tosto e ben fatto di metre’emenetrello
Andammo assieme in giro al giro dell’asta
Lastà del ben venditore che accompagnavamo e basta
Non chiedemmo mai aiuti se non per sep’erbeve
Ma lui di sua sponte mirava dal cuor ogni forma di
Gene
Regali e regalie di ogni tipo e valore
Piovean sulle teste per ridarci il calore

Il colmo fu fatto
quando derisi un gatto
un gatto che pazzo pazzito pazziava impazzito
Per lì vicin’ spaz(z)io spazioson spazzino spazzito

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